lunedì 8 febbraio 2010

Wilie il Coyote ed Elisa: dialogo sulla creatività


La Commissione Europea ha dichiarato il 2009 Anno della Creatività e dell’Innovazione “L'Ospite Misterioso”, come lo definisce Salvo Pitruzzella nel suo libro Il Manifesto delle Idee pubblicato dalla Commissione, dice che questo Anno “mira ad accrescere la consapevolezza dell’importanza della creatività e dell’innovazione in quanto competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico”(http://www.create2009-italia.it/). Creatività come innovazione quindi, come qualcosa che genera qualcos’altro di nuovo originale….ma quanto è difficile essere creativi? Chuk Jones che ha creato Wile Coyote dice che per disegnare un coyote “devi averlo dentro di te. E devi tirarlo fuori. Animare significa evocare la vita. Come si fa? Bisogna scoprirla dentro di se”.
Questa affermazione mi ha sempre da un lato affascinato, ma dall’altro lasciato con un senso di vuoto…come faccio a scoprirla? Come si fa ad essere creativi incontrando la vita dentro di se? Parole che suonano come note per il serpente che danza davanti ad una musica ipnotica ma che appena il suono smette torna ad essere serpente che striscia….
Insegno a scuola, una scuola della periferia di Roma, insegnante di sostegno e mi prendendo cura dei ragazzi diversamente (?) abili come insegnante e come danzamovimentoterapeuta. E’ li che mi reco ogni mattina e incontro i ragazzi spesso per lavorare con il corpo, ed in quella realtà, mi è ancora meno chiaro come in situazione di difficoltà si possa cercare la creatività incontrando la vita dentro. Cosa vorrà dire? Qual è il senso di quelle parole?
Era poco prima di Natale e preparavamo l’albero addobbato con palline e strisce colorate, proponemmo ai ragazzi di ritagliare cartoncini a forma di palline per scriverci sopra un desiderio. Il solito regalo da chiedere a Babbo Natale forse, cellulari, play station….ed invece proprio li (non era la prima volta con loro per la verità) leggere quelle palline, dar voce a qui desideri diventava dare voce alla vita dentro che si rivela. Una su tutte Elisa (la chiamo così) in carrozzina da sempre scrive : vorrei correre insieme agli altri!. Negli occhi di tutti una luce, il cuore si stringe, la voce di un compagno le dice “ti voglio bene”, va verso di lei e l’abbraccia come si può abbracciare una ragazza in carrozzina, un corpo che si adatta ad un altro trovando una modalità creativa per superare un ostacolo che poneva una distanza, che non dava forma a quelle parole, a quel sentimento.
E proprio quell’adattarsi, quel cercare di dare forma a “ti voglio bene” mi da il senso dell’incontrare la vita dentro di se, dare una forma creativa ad una emozione che vive dentro.
Chissà se Wile Coyote ed Elisa si ìncontrassero cosa si direbbero, starebbero a raccontarsi di com’è correre sempre o non poterlo fare mai di cosa si può vedere stando fermi o cosa non si vede inseguendo sempre qualcosa che sta davanti a noi. Forse non si tratta troppo di inseguire qualcosa, che sia uccello o miraggio di illuminazione, o forse è proprio un miraggio quello a volte ci fa perdere di vista quello che si cerca.
Essere creativi mi chiedo, condurre una vita sana come Winnicott indicava, forse significa iniziare a dare valore ai gesti, alle emozioni che generano forme, e a cercare di viverla nella vita di tutti i giorni riconoscendola.
E’ quindi possibile esercitare questa parte creativa, darle spazio, dare forma a qualcosa che ci appartiene e che sta dentro (ora mi è più chiaro il senso).
Il difficile sta nel liberarla.
Come fare?

Fernando Battista

2 commenti:

  1. Nella lacrima che scende lungo il mio viso ho dato forma all'emozione della lettura, e istantaneamente l'emozione si adatta alla mia anima che ha deciso di creare ancora, e nel disegno di due foglie abbracciate, una attaccata al ramo l'altra libera nel vento, trovo il mio spazio, il dentro che parla.
    Grazie Fernando.
    Cinzia Saulini

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  2. Emozione che prende forma attraverso una lacrima, è bello leggere che la tue emozione, Cinzia, hai voluto condividerla con noi.

    Grazie a te

    Fernando

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