mercoledì 9 febbraio 2011

Foto con l’anima


E’ una serata noiosa, mi riposo davanti alla televisione facendo zapping tra la miriade di nuovi canali digitali e mi imbatto in un documentario su Annie Leibovitz. La fotografa del Rock, quella che ha fotografato i più grandi gruppi della storia e che ha pubblicato le migliori copertine della Rivista Rollin’Stones. Avevo già visto qualche sua foto. Le avevo trovate bellissime. Mi interesso al documentario … Decine di foto pazzesche, foto narrative di backstage che catturano con uno scatto uno stato psichico, un’epoca umana, più che un linguaggio musicale. Ma ecco una foto diversa: John Lennon nudo sul letto, abbracciato a Yoko Ono, vestita di nero. Si racconta che questo scatto sia stato molto voluto da Annie, la fotografa, ma possibile solo grazie alla sensibilità e al feeling di fiducia creatosi durante il lavoro, grazie al quale è riuscita a strappare questa foto con il nudo. Guardandola penso che sia una bella foto. Mi piace la fragilità che esprime. Ma poi una notizia scioccante: appare in video Yoko Ono che dice solo poche parole: “E 4 ore dopo lo scatto, il destino bussò alla nostra porta”. Non era il destino, era un assassino. Che come ben sappiamo uccise brutalmente John Lennon. Sapere questo mi fa vedere con occhi diversi la fotografia, il tutto mi sembra ora una drammatica, profetica costruzione, i vestiti neri del lutto di lei, la fragile nudità di lui. Nel lavoro arte terapeutico con le fotografie a volte può essere interessante indagare o immaginare il prima e il dopo lo scatto, la fotografia può assumere una dimensione narrativa inedita. La foto, scatto di un momento, immagine bidimensionale, assume uno spessore legato al tempo. Al tempo di dopo, al tempo dell’uccisione, che lega i due momenti (quello dello scatto e quello della morte) in modo indissolubile. Mi piace pensare, come credono gli indios, che una foto possa rubare l’anima. Mi piace pensare che per qualche insondabile motivo, la fotografa sapesse senza sapere, che tutti e tre sapessero senza sapere, che questo scatto profetico abbia portato via l’anima di John Lennon prima del suo assassino, in modo dolce, senza paura.

Silvia Adiutori

7 commenti:

  1. Quando sono andata in Africa ho scoperto che per fare le foto nei villaggi avevo bisogno del consenso del capo villaggio, che dopo avermi "ispezionato" e aver avuto dal mio amico che parlava ugandì la garanzia che io ero un angelo con la faccia e l'animo d'angelo ha dato il suo consenso. Mi è rimasto impresso il suo sguardo che mi penetrava e la sua serietà nella ricerca della mia intenzione angelica. Quelle foto sono le più belle che io abbia mai fatto e ogni volta chle guardo mi sembra di ritornare lì, sento persino i profumi di quella terra.......forse sono davvero un pezzo di anima...
    Carla

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    1. bellisisme parole, anche se ora sono molto curiosa di vederele foto :)

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  2. Ciao Carla, grazie per aver condiviso questa tua meravigliosa esperienza umana e fotografica. Mi piacerebbe vederne almeno una delle foto di cui parli..se ti va! altrimenti continuerò a immaginarle, perdendomi piacevolmente nel tramonto africano..!
    Grazie mille

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  3. se mi dici dove spedirtele alcune le posso inviare. Carla

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  4. ciao carla grazie, mi farebbe molto piacere..
    adiutorisilvia@gmail.com

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  5. inviate...spero ti piacciano. Carla

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  6. ciao carla, le fotografie sono bellissime e anche ciò che trapela dagli sguardi e dalle foglie d'erba di un'africa così martoriata, che sembra lontana eppure in qualche modo è veramente vicina...ciao e grazie ancora per averle condivise con me...

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