sabato 11 dicembre 2010

Le Trame dello Sguardo


Sarà capitato a molti, se non a tutti, di doversi sottoporre al supplizio di andare a convegni inutili, sopraffatti dal senso del dovere o dalla voglia di incontrare persone difficilmente reperibili in altro modo e di dover, quindi, sopportare quel senso di alienamento dalle parole pronunciate senza enfasi dal palco, lottare disperatamente contro una sconfortante sonnolenza e spanzientirsi di fronte a inevitabili eccessi di narcisismi vari ed eventuali.
beh, senza dubbio non è stato questo il caso della giornata di studio dal titolo "Le trame dello sguardo" che si è svolta presso la Pontificia Università Antonianum il 6 novembre scorso. Non tanto per il titolo, che già di per sè evocava immagini piene di echi affascinanti, quanto per la presenza coinvolta di ospiti che sembravano voler dire e condividere contenuti interessanti in una forma non edulcorata dall'accademia, e di un pubblico partecipe ed evidentemente non condizionato dall'obbligo della presenza da ECM.
Parole, immagini, suoni, discussioni, teorie ed esperienze pratiche si sono infatti alternate e amalgamate armoniosamente in una giornata di studio vero e proprio che della ritualità e della celebrazione ha fatto per fortuna a meno. Suggestive e stimolanti le riflessioni di Paolo Quattrini sul senso della narrazione prodotto da un "ordito" e da una "trama", richiami spesso trascurati nei modi di raccontare storie personali, sia per i professionisti che per i clienti di essi. Appassionata e ricca di aneddoti la ricerca sullo "sguardo" fatta dal saggio Bruno Callieri da un punto di vista fenomenologico psichiatrico. Innovativa ed efficace l'organizzazione logica ed estetica di Oliviero Rossi che, di questo seminario, è stato sicuramente anche il pigmalione e il fautore. Questo per quanto riguarda la mattina.
Nel pomeriggio, invece, i contributi di Fabio Piccini e di Sabine Korth hanno introdotto il pubblico presente ad una percezione diretta delle immagini e dei vissuti che portano nelle loro esperienze professionali di uso delle fotografie nella relazione d'aiuto, suggestioni visive interessanti che hanno fatto da prologo per l'esperienza successiva proposta invece da Oliviero Rossi sul sogno.
E' stato sicuramente un approfondimento sulla tecnica e sulla tecnologia che fa dell'approccio a mediazione artistica il fulcro della relazione d'aiuto, ma non per questo ha veicolato freddezza dei toni narrativi o retorica di contenuti clinici. Il dato principale, in un'ottica di scambio di prospettive tra professionisti, sia sul palco che nel pubblico, è stato sicuramente l'esperienza diretta e la percezione del vissuto personale all'interno di pratiche possibili sull'uso dell'immagine, sia essa strumento tecnico o prodotto finito di una relazione d'aiuto orientata alla ricerca della storia personale.
Una giornata interessante, insomma…

Pierluca Santoro